In un’estate caldissima come quella del 2024, con precipitazioni scarse e spesso insufficienti, la siccità diventa l’emblema di qualcosa che nel tempo è stato trascurato: la gestione idrica. Le conseguenze della siccità sono devastanti per l’agricoltura, per le aziende e per la nostra sopravvivenza. Bisogna agire con programmi di raccolta, recupero e riutilizzo delle acque e progetti di contrasto al cambiamento climatico, responsabile diretto della siccità. In questo articolo facciamo il punto sulla situazione siccità in Italia, soprattutto in merito alla gestione delle risorse idriche, e ci occupiamo di valutare le possibili soluzioni a un problema globale.
La situazione in Italia nel 2024
In Italia 1 milione di imprese agricole, 330 mila aziende manifatturiere e 10 mila imprese energetiche, hanno bisogno della filiera dell’acqua. L’approvvigionamento idropotabile è garantito a oltre 37 mila fonti a livello nazionale e forniscono un prelievo annuo di più di 9 miliardi di metri cubi di acqua. È quanto riportato dal Blue Book 2024, realizzato alla Fondazione Utilitatis, in collaborazione con Istat, Enea, ANBI e le 7 autorità e il Bacino dei Distretti Idrografici.
Le tipologie di fonti sono così diffuse:
Dagli ultimi dati disponibili, l’investimento nel settore idrico ha raggiunto i 64€ a persona all’anno, crescendo del 94% in 10 anni. Le cifre però sono ancora lontane dalla media europea e, soprattutto, per riuscire a rispondere alle richieste di acqua, è necessario diversificare le fonti di approvvigionamento, che dovranno puntare soprattutto al riuso delle acque reflue urbane e alla raccolta e la conservazione delle acque piovane con i bacini di raccolta. Solo il riutilizzo idrico permetterebbe di coprire il fabbisogno irriguo.
Per incentivare queste opere e favorire una gestione delle acque virtuosa è intervenuta anche l’Europa, con il regolamento UE sul riutilizzo delle acque, attivo dal 2023, che stabilisce le prescrizioni minime applicabili sulla qualità dell’acqua e il monitoraggio.
Le soluzioni per recuperare acqua
Il regolamento UE UE 2020/741 offre parametri comuni per la sicurezza e il riutilizzo delle acque grazie anche al monitoraggio di ogni fase di depurazione e l’analisi dei rischi.
Ogni Stato, e dunque anche l’Italia, deve però impegnarsi per realizzare delle opere in grado di sopperire ai periodi di siccità, che in alcune regioni del paese bisogna ormai considerare come fenomeno ricorrente.
Strategici in questo senso sono i fondi del PNRR per ambiente e acqua, che possono aiutare a migliorare le infrastrutture (l’Italia è tra i paesi UE con maggior dispersione d’acqua potabile) e permettono di realizzare nuove opere come i bacini di raccolta. Un ambito importante da promuovere e finanziare per trovare soluzioni innovative ed efficaci è la ricerca scientifica. Ed è proprio grazie alla ricerca scientifica che si sta lavorando alle risorse idriche sotterranee. Un gruppo di ricercatori dell’Università di Malta, dell’Ingv e dell’Università Roma Tre ha pubblicato uno studio scientifico sulla rivista Communications Earth & Environment di Nature Portfolio che rivela la presenza di risorse idriche sotterranee senza precedenti nella Formazione di Gela. Una riserva preistorica che potrebbe rappresentare una svolta se gestita in maniera rispettosa e corretta.
Le soluzioni per riutilizzare acqua
Per quanto riguarda il riutilizzo delle acque c’è ancora molto da fare per la diffusione di una cultura dell’acqua in ogni fase produttiva. Molte aziende, facilitate anche dagli obblighi normativi, si stanno tuttavia impegnando per rendere i propri impianti di produzione il più possibile sostenibili, anche dal punto di vista idrico. Sono sempre più presenti, infatti, impianti che raccolgono e trattano le acque reflue industriali per poi reimmetterle nei processi produttivi, riducendo i consumi.
Gli impianti di Iride Acque rispondono a tutte le esigenze del mercato e sociali: ottimizzare consumi e processi per ridurre l’impronta idrica delle aziende.
La nostra tecnologia EMER (Enhanced Magnetic Heterogeneous Reactor), attraverso un processo di ossidazione catalitica e mediante l’utilizzo di un catalizzatore, riduce la durata delle reazioni chimiche ossidative che vanno a degradare gli inquinanti durante il trattamento delle acque reflue. La maggiore efficacia con cui viene gestito il processo, a fronte della stessa quantità d’acqua da depurare, consente anche di avere impianti più piccoli. Un sistema, dunque, che assicura sostenibilità da più punti di vista: tempo, spazio e costi. Il tutto promuovendo un sistema di economia circolare, considerando che i catalizzatori vengono realizzati in parte recuperando materiale da pile esauste.
L’acqua pulita è la missione di Iride Acque.
In un contesto in cui la siccità sta diventando un problema sempre più difficile da gestire con i mezzi attuali, è fondamentale promuovere prodotti alternativi e sistemi di gestione idrica innovativi ed efficaci.
Per avere informazioni sui nostri impianti, potete inviare una mail a info@irideacque.com e richiedere un colloquio conoscitivo.
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