Il punto di vista
Rubrica dedicata agli approfondimenti sulle metodologie di trattamento delle risorse idriche, le novità in campo normativo e gli aggiornamenti sul mondo dell’acqua.
Ogni articolo è realizzato in collaborazione con esperti ed esperte del team di Iride Acque.
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Questo mese è l’ingegner Giovanni Rissone a parlarci del tema: acqua ossigenata e i processi depurativi biologici: pericolo o opportunità.
Il quesito: cosa succede se l’acqua ossigenata utilizzata nei reattori finisce nel biologico?
Nei processi di depurazione, quando si propone il modulo di ossidazione chimica avanzata, tipo Fenton, che prevede l’utilizzo di acqua ossigenata, ci si preoccupa dell’effetto di questo prodotto sulla flora batterica nelle fasi biologiche successive. In particolare sulla possibilità che eventuali residui, non neutralizzati nella fase finale dell’ EMER, possano inattivare la biomassa esistente nel bioreattore a valle del comparto. Un dubbio lecito visto che l’acqua ossigenata viene usata proprio per sterilizzare i batteri delle ferite.
In un articolo pubblicato su Sjconsulting il tema viene approfondito in maniera più specifica, analizzando in particolare il sistema LPOS (Liquid Phase Oxygen Supply Strategy), strategia consolidata e supportata dalla letteratura scientifica, e i risultati in base a un’applicazione pratica in una raffineria.
In questo blog vedremo invece come viene utilizzato il dosaggio di perossido di idrogeno nei sistemi Iride Acque e quali sono i risultati applicativi in un impianto installato presso il caseificio Il Battistero, in provincia di Parma.
Il metodo Fenton: cos’è e come viene applicato in Iride Acque
Il processo Fenton, che prende il nome dallo scienziato che per primo nel 1894 intuì che il perossido di idrogeno, l’acqua ossigenata (H2O2), in presenza di sali di ferro, si dissociava dando radicali idrossilici, è un trattamento di Ossidazione Chimica Avanzata basata sull’utilizzo di un reattivo composto da perossido di idrogeno e sali di ferro in ambiente acido.
Questa scoperta divenne di grande interesse per il trattamento di rifiuti pericolosi, visto che questa reazione andava a rompere molecole complesse ed eliminare componenti inquinanti.
Per questo motivo il processo di ossidazione chimica Fenton trova applicazione nelle fasi di pre-trattamento dei liquami industriali, a monte del processo biologico, perché i trattamenti basati sulla formazione dei radicali, aumentano la biodegradabilità dei reflui.
La tecnologia EMER, sviluppata e brevettata da Iride Acque utilizza proprio questo processo per il trattamento dei reflui fortemente inquinati, ma ha aggiunto una miglioria grazie al proprio catalizzatore, ottenuto dai rifiuti delle pile esauste.
Tecnologia EMER: come funziona e quali sono i riscontri
La tecnologia EMER, che sta per Enhanced Magnetic Heterogeneous Reactor, brevettata per il trattamento di reflui industriali e rifiuti liquidi speciali, sfrutta il processo di ossidazione della reazione Fenton, ma in questo caso è potenziato da un catalizzatore eterogeneo di formulazione brevettata e in aggiunta campo magnetico da 12.000 gauss.
Ciò gli consente di ridurre in maniera significativa la quantità di ferro disciolto in soluzione con conseguenti vantaggi derivanti sia dall’assenza di problemi legati alla concentrazione di cationi disciolti nell’acqua sia per la minor produzione di fango nel processo.
Per quanto concerne invece le conseguenze relative all’utilizzo del perossido di idrogeno, si è notato dai dati che il dosaggio non solo non comporta danni alla flora batterica dell’impianto biologico, ma permette anche di incrementare la quantità di ossigeno nel sistema, facendo fronte a eventuali problemi dell’impianto.
La combinazione con il sale di ferro, che, come dimostrato dalla reazione Fenton, va ad aumentare il potere ossidativo del reagente, permette di ottenere una maggiore efficacia nella degradazione dei composti inquinanti organici e dei composti ridotti dello zolfo.
E c’è di più: con EMER, la tecnologia brevettata di Iride Acque, i sali di ferro non devono essere dosati, in quanto presenti nel catalizzatore. E questo aumenta l’efficienza del processo.
Caso studio: i risultati dell’impianto installato presso il caseificio Il Battistero
Nel sito oggetto dell’indagine, il caseificio “Il Battistero”, a Varano De’ Meleagri (PR), è stato installato un modulo compatto EMER “a colonna”.
Grazie al processo di pre-trattamento effettuato siamo riusciti ad abbattere dell’80% il carico organico nel comparto EMER e i reflui addotti al successivo comparto biologico non ne hanno comportato il sovraccarico, come accaduto in passato senza EMER.
Il processo di trattamento del biologico ha inoltre fatto registrare abbattimenti superiori alla media e consumi energetici inferiori.
L’utilizzo del perossido di idrogeno in questo caso è stato testato con due obiettivi:
I risultati
Il dosaggio di minime quantità giornaliere di reagente ha comportato l’eliminazione degli odori in vasca e si è riscontrato un leggero incremento della separazione dei grassi dalla massa, con riduzione della collosità del surnatante.
Il test effettuato ha inteso valutare gli effetti di un eccesso di perossido attivo nei reflui inviati alla vasca di pre-denitrificazione. I risultati hanno evidenziato che anche la prolungata immissione di reflui con acqua ossigenata, nei quantitativi necessari alla tecnologia EMER e non neutralizzata, non ha alcun effetto nel né sulla attività della biomassa né sui rendimenti delle reazioni di denitrificazione.
La strategia LPOS è risultata infine efficace ed efficiente per garantire un apporto suppletivo di ossigeno disciolto nella vasca aerobica del comparto biologico, mantenendo la concertazione di ossigeno disciolto necessaria a garantire l’efficace svolgimento delle reazioni cellulari della biomassa in caso di picchi di carico, senza alterare né la morfologia dei fiocchi né l’attività metabolica.
L’acqua pulita è la missione di Iride Acque.
E lo è anche la continua ricerca per garantire ai nostri clienti un trattamento delle acque sicuro ed efficace.
L’intervento dell’ingegner Giovanni Rissone, direttore tecnico, dimostra quanto sia importante sperimentare e valutare i dati per riuscire a risolvere dubbi e ottimizzare i processi.
Offriamo una consulenza specializzata sugli impianti per trovare insieme la soluzione più adatta alle esigenze del cliente.
Il nostro obiettivo è consentire il riutilizzo delle acque nei differenti processi produttivi ogni volta che è possibile, con il supporto delle tecnologie più avanzate.
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