Regolamento UE sul riutilizzo delle acque: cosa cambia

Regolamento UE sul riutilizzo delle acque: cosa cambia

21 Luglio 23

Dal 26 giugno 2023 è attivo il Regolamento UE 2020/741 che stabilisce per la prima volta le prescrizioni minime per il riutilizzo delle acque affinate in tutti gli stati membri della Comunità Europea.
L’attivazione di questo provvedimento, approvato nel maggio 2020 in Commissione Europea, segna un nuovo inizio della gestione delle risorse idriche e rappresenta un’evoluzione importante in merito all’utilizzo delle acque affinate come risorsa alternativa per  usi civili, industriali e agricoli irrigui.

Cosa stabilisce il regolamento UE sul riutilizzo delle acque
Il regolamento stabilisce le prescrizioni minime applicabili sulla qualità dell’acqua e il monitoraggio e contiene le disposizioni sulla gestione dei rischi, sull’utilizzo sicuro delle acque affinate per l’irrigazione agricola e non solo.  Sono inoltre indicati gli obblighi in riferimento alla concessione dei permessi e alla trasparenza, che impongono di rendere pubbliche le informazioni sui progetti di riutilizzo.

Ecco i dettagli sugli elementi principali che lo compongono:

  • prescrizioni minime: 4 parametri per i requisiti di qualità e 6 parametri per i requisiti di monitoraggio per raggiungere l’approvazione per l’utilizzo delle acque trattate provenienti da impianti di trattamento delle acque reflue da utilizzare secondo il modello fit for purpose, ossia appropriate alla destinazione;
  • piano di gestione dei rischi: dev’essere redatto dal gestore dell’impianto di affinamento, coinvolgendo anche gli utilizzatori finali, e deve contenere la descrizione dei trattamenti applicati, delle colture irrigate, dei volumi impiegati, gli attori coinvolti e le responsabilità per garantire la sicurezza del sistema;
  • autorizzazioni: è necessario un permesso per la produzione e l’erogazione di acque affinate per scopi irrigui, rilasciato in base al piano di gestione dei rischi;
  • obbligo di informazione e sensibilizzazione del pubblico sul tema.

La motivazione alla base della realizzazione del Regolamento la si può ritrovare in alcune comunicazioni della Commissione europea relative al piano per salvaguardare le risorse idriche in Europa e il piano d’azione per l’economia circolare che risale al 2015.

Qual è l’obiettivo del regolamento UE sul riutilizzo delle acque
L’obiettivo principale del regolamento è offrire parametri comuni tra gli stati membri per garantire la sicurezza del riutilizzo delle acque attraverso un monitoraggio delle fasi di depurazione e un’analisi del rischio che tuteli la salute delle persone, degli animali e dell’ambiente.
Un’ulteriore finalità è inoltre da ricercare nelle intenzioni di incoraggiare la pratica del riutilizzo di acque affinate per affrontare la carenza idrica e la siccità che sono diventate ormai emergenza quotidiana per i settori che necessitano di grandi quantità d’acqua, in particolare l’agricoltura e l’industria alimentare.
Iniziative come queste contribuiscono inoltre al conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibili (OSS) delle Nazioni Unite, che rappresentano il cuore dell’Agenda 2023 siglata dalla comunità internazionale per accogliere le sfide globali del millennio. In particolare, l’obiettivo numero 6 della lista degli OSS prevede di assicurare acqua pulita per servizi igienici in tutto il mondo e il numero 12 promuove la realizzazione di modelli sostenibili di produzione e consumo.
Un regolamento dunque che si inserisce in una serie di azioni sinergiche volte a ottimizzare le risorse della Terra a seguito dei cambiamenti climatici, del surriscaldamento globale e della crescente necessità di ridurre l’approvvigionamento di acqua dolce, sempre più in calo.

Cosa cambia rispetto alle norme sul riutilizzo delle acque reflue in Italia
L’Italia è tra i paesi membri che si era già dotata di una legge per il riutilizzo delle acque reflue, la n. 185 del 12 giugno 2023, dal titolo “regolamento recante norme tecniche per il riutilizzo delle acque reflue”.
La norma si basa sui valori limite di qualità delle acque in uscita dagli impianti di depurazione e destinate al riuso in ambito civile, agricolo e industriale. In essa sono inseriti quasi 40 parametri chimico fisici e microbiologici e non sono filtrati in base al tipo di coltura.
Con il regolamento UE cambia quindi l’approccio, anche perché riguarda tutte le acque reflue e introduce la valutazione dei rischi da parte del gestore dell’impianto e la necessità di ottenere l’autorizzazione alla produzione e consegna delle acque affinate. Va inoltre considerato il concetto di affinamento delle acque, che è differente dalla depurazione e prevede un ulteriore trattamento in un impianto di affinamento che rende l’acqua idonea a più usi.
Per quanto riguarda gli usi irrigui, il riutilizzo dev’essere realizzato tenendo conto del risparmio idrico e non può superare il fabbisogno delle  colture e delle aree verdi. In ambito industriale non è consentito il riutilizzo di acque da processi industriali particolari o che avvengono con uso di particolari sostanze.

Il parere dell’avv.to Matteo Folloni, presidente CDA Iride Acque
Abbiamo chiesto all’avvocato Matteo Folloni, presidente del CDA di Iride Acque, specializzato in Diritto Ambientale, di illustrare quali sono i vantaggi dietro all’attuazione di questo regolamento.
Secondo l’avv. Folloni, vista la carenza idrica, iniziare ad attuare dei processi di riutilizzo diffusi è un’opportunità per gli operatori del settore per inaugurare processi virtuosi di recupero dell’acqua e ritenere l’oro blu non solo un elemento di scarto ma una risorsa da valorizzare e tutelare.

L’intervento completo, realizzato ad hoc per la realizzazione dell’articolo, puoi ascoltarlo sul nostro canale Youtube.

L’acqua pulita è la missione di Iride Acque.
Accogliamo con entusiasmo e ottimismo tutte le azioni che sono rivolte al riutilizzo di questa fondamentale risorsa per la vita e tutte le iniziative che promuovono un sistema di economia circolare.
Ci auguriamo quindi che questo possa essere un ulteriore passo avanti per una presa di coscienza collettiva sulla necessità di rivedere i processi produttivi nell’ottica del rispetto dell’ambiente e della qualità delle risorse.
La nostra benefit company realizza impianti per il trattamento delle acque puntando sull’innovazione e la sostenibilità, credendo sin dalla nascita nella bontà della pratica del riutilizzo.
Offriamo una consulenza specializzata sugli impianti al fine di individuare la soluzione più adatta alle esigenze del cliente. Grazie alle tecnologie e ai prodotti più innovativi, il nostro obiettivo è consentirgli di riutilizzare l’acqua dei differenti processi produttivi ogni volta che è possibile.
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